venerdì 20 maggio 2011

La fuga

Curiosando tra i blog.
Mi colpisce una cosa: moltissime critiche e accuse nei confronti dell'Italia e degli Italiani.
Anche io ho contribuito, in un commento ad un post sul nucleare.
Che amarezza.
Inevitabile fare paragoni e confronti con gli altri paesi del mondo, quelli veramente civilizzati.
Noi che siamo giovani siamo ancora in tempo per scappare, per non rimanere intrappolati in questa matassa di nepotismi, raccomandazioni, omertà, disinteresse, conflitti di interesse... potrei dilungarmi ancora in questo squallido elenco ma preferisco finirla qui.
Sembra un posto, l'Italia, dove è impossibile realizzare i propi sogni, dove non si è liberi di diventare ciò che si vuole.
Perchè ci sarà sempre qualcuno che ha conoscenze più in alto di te pronto a soffiarti il posto, nonostante il tuo impegno o la tua competenza.
Non è detto che tu riesca a farcela, non importa se sei il migliore.
Questa consapevolezza da sola, che si radica già dall'adolescenza, è in grado di fare danni enormi.
Allora cosa stiamo aspettando??
L'inglese è la nostra ancora di salvezza, abbandoniamo la nave che affonda. Che tentazione!

Non ci sto.

Non ci credo che questa è l'unica soluzione.
Sono ancora abbastanza giovane per permettermi di essere un pò idealista, per credere che, se tutti quelli che la pensano come me rimangono, le cose possano cambiare.
Perchè sono l'atteggiamento, la mentalità che devono essere completamente rinnovati e ognuno di noi può contribuire comportandosi come una persona civile che crede in certi valori.

Chiamatemi pure sognatrice...
(You may say that I'm a dreamer
But I'm not the only one)

... ma la mia fuga per ora è rimandata. 

10 commenti:

  1. Idem per me.:] Se imparassimo ad essere noi esempio di ciò in cui crediamo e che predichiamo potremmo divenire pericolosamente contagiosi!

    RispondiElimina
  2. Ho provato tutta la sera a commentare qui sul tuo blog. Mi dava sempre "Siamo spiacenti, non è stato possibile completare la richiesta."
    Quindi ti ho risposto con un post sul mio blog:
    http://lanostrafinestra.wordpress.com/2011/05/20/la-fuga-coraggio-o-vigliaccheria/
    Gabriele

    RispondiElimina
  3. Credo che il cambiamento nella nostra nazione sia, per quanto auspicabile, una meta quasi impossibile. Il sistema italiano è il frutto, la messa in pratica, della mentalità italiana che temo sia nel complesso da buttare, una sorta di malattia genetica trasmessa di generazione in generazione, alla quale solo pochi "mutanti" riescono in parte a sfuggire. Si dice che la speranza sia l'ultima a morire. Ma io di solito mi incazzo prima, e, se ciò che mi auspicavo è ancora troppo lontano, non ho intenzione di aspettare. Preferisco rincominciare da un altra parte, dove le cose sono diverse.

    RispondiElimina
  4. Per Gabriele: la risposta la trovi sul tuo blog. Interpretala come una provocazione :)

    Per Meno: Non sono d'accordo.
    Cambiare è molto difficile ma non impossibile.
    Non voglio suonare ingenua o sembrare una con la testa piena di tante belle favole.
    In questo paese i soldi non ci sono, la crisi, checchè se ne dica, si fa ancora sentire, la politica è distante dalla realtà della gente e chi ha una poltrona se la tiene bella stretta.
    La puntata di Report di questa sera (22 maggio) rendeva perfettamente l'idea.
    La cosa peggiore però è proprio il fatto che tutti pensano che non si possa fare niente.
    Non è vero.
    Iniziamo a fare pulizia, cerchiamo di rinnovare questa classe politica vecchia stantia ancorata alle logiche di partito e, nel nostro piccolo, diamo fiducia ai giovani almeno nelle realtà locali dove c'è la possibilità di esprimere la propria preferenza.
    Facciamoci sentire come hanno fatto proprio in queste ore gli INDIGNADOS in Spagna.
    Se tutti noi (me compresa, anzi, io per prima) fossimo un pò meno indifferenti i politici che critichiamo tanto avrebbero la vita più dura.

    RispondiElimina
  5. A parte che per me la volontà di aiutare a migliorare questo paese è un insignificante briciola di un patriottismo morto e sepolto, secondo me l'affermazione professionale e l'ideale che tu porti avanti sono due cose distinte. La crescita come professionista dovrebbe essere slegata da concezioni come questa e volta solo a perseguire il proprio utile: non dobbiamo non cogliere opportunità irripetibili o cercare di affermarsi in ambienti diversi solo per ideali così utopistici. Con questo non dico che ideale non dovremmo averne, anzi.....
    Comunque, concludendo, stimo e rispetto la tua posizione, anche se non la condivido.

    RispondiElimina
  6. Non vorrei essere offensivo Sara, ma conoscendoti ormai da abbastanza tempo, credo che per quanto veritiere siano le tue affermazioni e per quanto tu ci possa credere non so da quale parte staresti alla fine, in una ipotetica "rivolta" finale... come personalità mi dai più l'idea della rispettosa dell'ordine costituito, della conservatrice, anche se stanca, di uno status quo che difficilmente condividi ma che alla fine rispetti..non so se mi son spiegato..queste materie scientifiche stanno mettendo in discussione le mie capacità scrittorie

    RispondiElimina
  7. comunque ascoltati questa:
    http://ostinatoecontrario-meno.blogspot.com/2011/05/voi-non-avete-fermato-il-vento-gli.html
    a me dà sempre energia, e scaccia la rassegnazione, mi fa sentire meno impotente di fronte a questo paese stantio

    RispondiElimina
  8. Rivolta finale contro l'ordine costituito?
    Mica stiamo parlando di anarchia o di comunismo!
    E poi scusami di che ordine costituito stai parlando??
    Qui mi pare che "l'ordine costituito" non ci sia più e che sia stato sostituito da una realtà distorta fatta su misura per gli interessi di pochi!!!
    Se la costituzione fosse rispettata e non oltraggiata, se i magistrati non fossero ridicolizzati davanti al mondo intero, se il paese si basasse sulla meritocrazia e sulla democrazia in effetti sarei ben contenta di rispettare regole in cui credo e non penso che per questo potrei essere considerata una conservatrice.
    L'atteggiamento di quelli che vogliono andare sempre contro corrente per partito preso, che hanno sempre voglia di demolire qualsiasi tipo di sistema perchè si sentono dei grandi a giocare a fare i piccoli rivoluzionari, mi sembra controproducente e infantile.
    Forse per questo mi etichetti come una rispettosa dello status quo????????
    Ho la presunzione di aver sviluppato un certo senso critico negli ultimi anni, di non avere più la mentalità di una ragazzina che fa una cosa perchè glielo dice la maestra.
    Se invece dici che parlo parlo di cambiamento ma che alla fine non mi sono mai impegnata in un fronte concreto, può darsi, te ne devo dare atto. Di certo quando ci ho provato sono andata a sbattere contro un muro di gomma (vedi l'episodio del proff di storia dell'arte).
    Detto questo chiudo la parentesi personale perchè non è di questo che stavamo parlando.
    Insomma che tu ci creda o no non mi piace l'Italia come è oggi e se ci fosse la possibilità di dare una svolta dall'oggi al domani la coglierei al volo.
    Visto che non è così sarà il caso di darsi una mossa per creare noi qualche opportunità di cambiamento visto che le occasioni non piovono giù dal cielo.

    RispondiElimina
  9. Per Mattia:
    Ho specificato nella risposta al commento di Gabriele che non nutro nessun sentimento patriottico, cerco di essere lucida e di valutare sia i pregi che i difetti di questo paese; siamo nati qui, le nostre radici sono qui, che tu lo voglia o no la tua personalità, il tuo bagaglio culturale sono inevitabilmente influenzati dal paese in cui hai trascorso i primi venti anni della tua vita.
    Dici 'l'affermazione professionale e l'ideale che tu porti avanti sono due cose distinte'.
    Distinte si ma scollegate no.
    A mio parere non è possibile tenere rinchiuse in compartimenti stagni le varie sfaccettature della propria vita.
    Questo che tu chiami 'il mio ideale' inevitabilmente interessa tutto il resto e lo può condizionare in base a quanto intensamente uno sceglie di crederci; è una questione di priorità.
    Dipende dalla tua scala di valori: se al primo posto metti la carriera e se per lei sei disposto a 'sacrificare' altre cose nelle quali giustamente non credi stimo e rispetto la tua posizione anche se non la condivido. :)

    RispondiElimina
  10. Non intendevo dire di ribellione contro l'ordine costituito nell'accezione assoluta ma contro l'ordine distorto e marcio che è stato istituito da coloro che lo gestiscono, che ne traggono profitto e tendono a preservare. é proprio la "realtà distorta fatta su misura per gli interessi di pochi" quello che, momentaneamente(spero) costituisce l'ordine, che credo che tu, pur malsopportando, rispetti e dentro il quale ,forse,in fondo ti senti protetta.
    Temo che, data la mentalità di una maggioranza degli italiani, anche con un "rinnovamento" finiremmo col rigenerare in modo perpetuo questa stessa situazione; stimo e mi sento più affine,per esempio, alla mentalità inglese, apprezzo il loro paese e come le cose vengono gestite, coloro che fanno le leggi sono i primi a rispettarle e dare l'esempio (dove qui accade il contrario e per molto tempo ancora accadrà) e in questo caso sarei ben lieto di confondermi nel branco. Mi sembra scontato dire che non vado sempre corrente, così per divertimento, per gioco o per partito preso e mi stupisco che mi sia stata mossa questa accusa...è si esistono altre persone mature a questo mondo!
    Inoltre non comprendo la tua demonizzazione dell'anarchia e del comunismo..sono più che auspicabili

    RispondiElimina